il presidente Ettore prandini al convegno Benessere e biosicurezza negli allevamenti sostenibili

ZOOTECNIA E EMERGENZE SANITARIE: CON IL PROGETTO BIOALERT L’ISTITUTO SPALLANZANI TRACCIA LA STRADA PER UN ALLEVAMENTO INNOVATIVO E SICURO

Montichiari (BS), 27 ottobre 2024 – “Da un lato la pubblica opinione richiede alla zootecnia allevamenti sempre più sostenibili con particolare riferimento al benessere animale, dall’altro, in Lombardia, ma non solo, stiamo vivendo due importanti criticità epidemiologiche: la blue tongue e la peste suina africana. Quest’ultima, con 46 focolai sul territorio nazionale, di cui 30 in Lombardia (pari al 65%), sta determinando perdite stimate in 30 milioni di euro al mese in un comparto da 20 miliardi di euro, di cui 2,1 legati all’export, che riguardano produzioni DOP di assoluta eccellenza. Considerato questo contesto, abbiamo voluto organizzare il convegno di chiusura del progetto Bioalert, con l’intervento di più voci qualificate proprio per illustrare i vari aspetti di questa situazione e focalizzare l’attenzione verso gli strumenti normativi ed applicativi della biosicurezza, necessari per prevenire il diffondersi delle patologie o comunque limitarne la diffusione. Allo stesso tempo vengono approfonditi altri elementi cardine della sostenibilità quali il ruolo dell’utilizzo prudente del farmaco e il benessere animale, soprattutto per i risvolti applicativi per l’allevatore. L’Istituto Spallanzani continua ad avere un ruolo strategico a livello regionale e nazionale anche grazie alla sua capacità di diffondere il sapere tecnico utile per la quotidianità dell’allevamento e l’evento di oggi ne è una conferma“.

Con queste parole Ettore Prandini, presidente dell’Istituto Italiano Sperimentale Lazzaro Spallanzani ha sintetizzato i temi affrontati durante il convegno “Benessere e biosicurezza per un allevamento sostenibile”
organizzato dall’Istituto di Rivolta d’Adda in collaborazione con il Distretto Agricolo Bassa Bergamasca nell’ambito della Fiera Agricola Zootecnica Italiana (FAZI) per presentare i risultati del progetto informativo dimostrativo Bioalert, finanziato dalla Regione Lombardia a valere su bando FEASR.

Tra i relatori presenti Marina Montedoro, direttore dell’Istituto Italiano Sperimentale Lazzaro Spallanzani, Andrea Galli, direttore scientifico dell’Istituto, Giovanni Filippini, direttore generale della sanità animale presso il Ministero della Salute, Claudia Nassuato, direttore della salute animale dell’ATS di Brescia, Giorgio Varisco, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, Antonio Vitali, già direttore del Dipartimento di medicina veterinaria dell’ATS di Brescia, Fabio Abeni del centro di ricerca del CREA Zootecnia ed Acquacoltura di Lodi e Gian Enrico Grugni, presidente dell’ARAL Lombardia.

Il progetto Bioalert. Tra il 2022 e il 2024 l’Istituto Spallanzani, in collaborazione con Il Distretto Agricolo Bassa Bergamasca, hanno messo in campo azioni informativo-dimostrative rivolte ai settori di cui, come è noto, la Lombardia è leader nazionale, vale a dire l’allevamento bovino, suinicolo e avicolo.

Attraverso l’implementazione dei contenuti relativi alla biosicurezza e al benessere, il progetto Bioalert si è mosso su due direttive: da un lato l’organizzazione di 11 incontri informativi che hanno coinvolto quasi 350 allevatori lombardi con il trasferimento delle conoscenze di base e altamente specifiche finalizzate al miglioramento delle potenzialità aziendali in termini di gestione ottimale dell’allevamento, dall’altro la visita a 4 aziende pilota lombarde per dimostrare come l’innovazione tecnologica sia capace di traghettare la zootecnia moderna in una nuova era, nella quale la valutazione e il monitoraggio continuo permettono la

riduzione dell’uso di farmaci, l’aumento della sostenibilità ambientale e del benessere nonché della biosicurezza come capisaldi per una maggiore reddittività e sostenibilità dei prodotti zootecnici.

Il progetto è stato sviluppato in modo tale che gli allevatori potessero, attraverso lezioni teoriche ed esperienze sul campo, raggiungere la necessaria consapevolezza su quanto è a loro disposizione e su come poter sfruttare le soluzioni esistenti in base alle singole esigenze.

La Lombardia è la regione con il maggiore patrimonio bovino e suinicolo in Italia con più di un milione e mezzo di capi bovini (27% del patrimonio nazionale) e più di quattro milioni e mezzo di capi suini (50% del patrimonio nazionale). In questa realtà, che da sempre, mette al primo posto la zootecnia come patrimonio da preservare in Pianura Padana, l’Istituto Spallanzani opera da ottant’anni per diffondere la fecondazione artificiale animale e ampliare la propria specializzazione ed offerta di servizi nei settori della genetica, dell’acquacoltura e della valorizzazione dei reflui e degli scarti agro-zootecnici tramite l’estrazione di molecole d’interesse per l’industria – ha spiegato Marina Montedoro, direttore dell’Istituto Spallanzani di Rivolta d’Adda. L’Istituto, oltre ad eseguire il Controllo Ufficiale del Seme su mandato del Ministero, opera nel settore delle produzioni animali il cui imperativo è oggi la sostenibilità declinata, non solo, a livello economico, ma anche, a livello etico-sociale ed ambientale, con particolare riguardo al benessere, al contrasto all’antimicrobico resistenza tramite un uso prudente dei farmaci e alla riduzione delle emissioni di gas climalterante. In tale contesto, l’Istituto ha individuato anche nella formazione un settore sinergico alla ricerca e strategico per trasferire alle aziende quella necessaria consapevolezza sulle criticità legate all’allevamento, sulle potenzialità degli strumenti tecnici e su una sempre maggiore attenzione agli aspetti gestionali. Il progetto Bioalert, del quale il convegno è l’evento finale, rappresenta la risposta formativa dell’Istituto in un momento di forte complessità sia sociale, con la richiesta di una sempre maggiore sostenibilità della zootecnia, che epidemiologica”.

Il convegno ha ospitato l’intervento di Giovanni Filippini, direttore generale della sanità animale presso il Ministero della Salute, che ha evidenziato l’importanza della biosicurezza nella gestione delle emergenze sanitarie. Giorgio Varisco, direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, ha illustrato invece l’utilità del sistema ClassyFarm per monitorare l’uso dei farmaci e i parametri di benessere negli allevamenti. Andrea Galli, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, ha illustrato il progetto Bioalert e in qualità di IT-Manager dell’Associazione Italiana Allevatori ha caratterizzato l’impegno del Sistema Allevatori nel supportare gli allevatori tramite la raccolta dati in azienda e la loro valorizzazione anche per il monitoraggio del benessere. Claudia Nassuato e Antonio Vitali hanno fornito approfondimenti sugli aspetti normativi legati alla biosicurezza e al benessere animale, mentre Fabio Abeni del CREA ha messo in luce i vantaggi della zootecnia di precisione per migliorare il monitoraggio degli allevamenti. A chiudere Gian Enrico Grugni, presidente dell’ARAL Lombardia, che ha tenuto a ribadire l’impegno del Sistema Allevatori lombardo nel promuovere la sostenibilità delle produzioni zootecniche.

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