Sostenibilità

SIMEI. BOLLICINE E SOSTENIBILITÀ: LA RISPOSTA DI FRANCIACORTA, CAVA E CHAMPAGNE

Una gestione sostenibile delle pratiche in vigneto e dei processi di cantina: a SIMEI tre best practice a confronto e le prospettive delle politiche nazionali ed europee. 

La sostenibilità è un argomento centrale nel mondo viticolo ed enologico, anche perché questo settore si sta dimostrando il più sensibile, il più pronto e preparato ad affrontare un percorso così complesso. Il concetto di “sostenibile” va visto dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Questa è la sfida che abbiamo di fronte e che molte realtà italiane ed estere stanno già  affrontando con i giusti strumenti, anche in vista della nuova  politica agricola comunitaria (PAC),  che mette la sostenibilità, misurabile a livello di performance,  al centro degli obiettivi da perseguire e che legherà gli interventi finanziari al raggiungimento dei medesimi. Per questo motivo Unione Italiana Vini continua a lavorare con le istituzione per la definizione di uno standard unico nazionale sulla sostenibilità del comparto vitivinicolo”. 

Così Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini, ha introdotto il convegno “Bollicine e sostenibilità: la risposta di Franciacorta, Cava e Champagne” che ha visto confrontarsi sul tema Arturo Ziliani – Amministratore Delegato Guido Berlucchi; Eva Plazas Torné – Enologo di Cavas Vilarnau; Pierre Naviaux – Responsabile del progetto per lo sviluppo sostenibile del Comitato interprofessionale per il vino champagne; Roberta Sardone – Ricercatrice Centro Politiche e Bio-Economie del CREA e Michele Alessi – Dirigente Ufficio Vitivinicolo del Mipaaft.  

Ad aprire il dibattito Arturo Ziliani, che ha raccontato le azioni messe in campo dalla sua azienda, con l’apertura all’agricoltura biologica, e spiegato l’innovativo progetto ACADEMIA BERLUCCHI, moderna agorà dove personalità provenienti da ambiti diversi si confrontano per stimolare e condividere pensieri e proposte su tematiche legate alla sostenibilità, alla cura del territorio ed all’innovazione, per una visione di un domani più sensibile e resiliente. 

L’adattamento ai cambiamenti climatici nell’agricoltura mediterranea vista dal campo è stato il tema affrontato da Eva Plazas Torné, che ha raccontato la serie di misure sostenibili messe in atto a Vilarnau – dalla riduzione dei consumi di energia e acqua all’eliminazione della plastica – e che hanno valso alla cantina la certificazione di “Wineries for Climate Protection” (WfCP) da parte della Federazione spagnola del vino (FEV), riconoscendo l’impegno dell’azienda allo sviluppo sostenibile e alla lotta ai cambiamenti climatici.   

Dalla Spagna alla Francia, Pierre Naviaux ha raccontato come sin dagli anni ‘80, convinti che produrre nel pieno rispetto dell’ambiente sia un dovere per una denominazione di origine controllata di così grande notorietà, Champagne si sia mobilitata per mettere in atto soluzioni volte a proteggere l’ambiente, sviluppando tre piani d’azione per orientare la filiera verso una viticoltura ecologica: il piano acqua, il piano biodiversità e il piano carbonio. 

La sostenibilità per il settore vitivinicolo a livello normativo e istituzionale è stato al centro dell’intervento di Roberta Sardone del CREA, che ha posto l’accento su quali sono i vincoli e le opportunità sul tema rispetto alla nuova  PAC. Tutte le politche UE, per il periodo post 2020, si dovranno infatti ispirare a un approccio di sostenibilità e la politica agricola europea sta diventano un banco di prova di questo approccio.  

A chiudere il convegno Michele Alessi che ha spiegato come il MIPAAF stia lavorando alla definizione di una norma nazionale unica sul vino che stabilisca regole certe e condivise in termini di sostenibilità e che copra tutto il ciclo produttivo, dalle operazioni colturali in vigna alla commercializzazione. L’obiettivo è la creazione di un standard unico, che integri  il sistema di qualità nazionale di produzione integrata (SQNPI) con “best practices” in vigna e in cantina e il monitoraggio delle emissioni di CO2 (impronta carbonica) e i consumi di acqua (impronta idrica). Le aziende saranno valutate e certificate da un Ente terzo accreditato.  

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